Nome
Grotta Superiore Sorgente Priamara
Data inserimento
2007-01-01 00:00:00
Data ultimo aggiornamento
2022-03-02 20:17:20
La Priamara si apre poco a monte dell'abitato di Verzi, suI sentiero che unisce il suddetto paese all'Osteria della Briga.
Per raggiungere Verzi, bisogna partire da Finalpia ed imboccare la strada per Calvisio (Via Calvisio). Superato il paese di Calvisio, si continua per la strada che costeggia il torrente Pia o Sciusa (sempre Via Calvisio), fino ad incrociare il ponte che conduce a Verzi. Si imbocca quindi la strada che sale a ripidi tornanti (Strada per Verzi) e la si percorre fino alla partenza dello sterrato che conduce nella Val Ponci (Antica Via Julia Augusta). È possibile parcheggiare in alcuni spiazzi poco prima del bivio.
Da questo punto, per raggiungere la grotta ci sono due percorsi.
Percorrendo la Via Julia Augusta per un breve tratto, superato il ponte (?) sulla destra si intravede un sentiero che sale dolcemente e si dirige verso il paese. Superato un antro con una raccolta d'acqua (?) ed il torrente della Priamara (?), si giunge ad un bivio presso un tombino dell'acquedotto: a questo bivio si prende la strada che sale verso monte e dopo un paio di tornanti si giunge all'ingresso della grotta.
L'ultimo bivio può essere raggiunto anche passando attraverso il paese di Verzi: giunti al paese arrivando dal bivio con la Julia Augusta, si entra (?), si passa sotto un arco e si supera un lavatoio con un rubinetto che eroga acqua potabile. Proseguendo, dopo poco, si giunge al tombino dell'acquedotto. Descrizione Dal punto di vista geologico ed idrologico, nella grotta si identificano una parte attiva ed una parte fossile. Come si è già detto, in verità buona parte delle gallerie attive è ora effettivamente tale solo in caso di piena a causa dell'abbassamento del livello di falda.
Storicamente la grotta è stata divisa in due zone: la parte vecchia, esplorata nel 1971, e la parte nuova, esplorata nel 1989. Il confine tra le due zone era il sifone Gula secca, il quarto sifone di sabbia che si incontra procedendo dall'ingresso. Ad oggi, il sifone è stato svuotato in tre occasioni: nel 1989, in ?? giornate, nel 1992, in ?? giornate e nel 2022, in una sola giornata ad opera di ?? persone.
Considerando che nel 2021 è stata esplorato un nuovo ramo nella parte vecchia e che non sembra inverosimile la scoperta di un bypass del sifone Gula Secca, questa suddivisione può creare della confusione. Al momento è pertanto più conveniente descrivere la cavità considerandone l'idrologia e parlare di parte attiva e parte fossile, suddividendo poi la parte attiva in porzione presifone e porzione oltresifone rispetto al sifone Gula secca.
Parte attiva
Le gallerie attive sono impostate su una serie di diaclasi e faglie con direzione molto irregolare impostate nel complesso da NW a SE. Dopo circa 150 metri di condotti a pressione di dimensioni piuttosto ridotte (è possibile stare in piedi solo in due sale), caratterizzati da una serie di sifoni colmi dì sedimenti ghiaioso-sabbìosi, ci si immette in una galleria ben transitabile che prosegue sia a monte, sia a valle.
A valle del punto di confluenza si incontrano, dopo circa dieci metri, ambienti di notevoli dimensioni : tenendosi sulla destra vi è un ramo che torna indietro per circa 50 metri terminando bruscamente con piccoli inghiottitoi impraticabili, proprio all' altezza della faglia su cu i è impostato il cunicolo di accesso.
Tenendosi sulla sinistra uscendo dalla confluenza ci si immette nell' "a monte" della Priamara. Dopo circa ottanta metri, passato il così detto Scivolone (una condotta in distesa semi intasata da depositi sabbiosi), si raggiunge la Sala di Assuan; in fondo a questa sala inizia il Sifone III a Gula Secca che, con la sua lunghezza di oltre dieci metri, ha richiesto più di un anno di bibliche disostruzioni prima dì essere superato.
Esso rappresenta il quarto ed ultimo gran sifone di sabbia; da qui in poi la morfologia e le dimensioni della cavità cominciano a cambiare: di là dal sifone, il tratto che va dalla Sala Golosello alla fine delle gallerie Ciobar è caratterizzato da imponente deposito argilloso-limosi, poiché, trovandosi al di sotto dalla quota della sorgente, dopo un periodo di piena rimane per alcuni giorni completamente allagato e in questa situazione di calma l'acqua decanta lasciando deposi tare le particelle in sospensione.
Alla fine delle Gallerie Ciobar, dopo un angusto passaggio, vi è la discesa Kunta Kant (una decina dì metri) e dopo venti metri la Risalita Nabuco-donnosor. Da qui iniziano le gallerie del Porcopotamo che dopo circa 35 metri sono interrotte dalla Sala Caronte; dopo 75 metri da questa le gallerie si immettono nel la gigantesca (per il Fina lese) Cattedrale, una grande sala che risale, con salti successi vi, di quaranta metri raggi ungendo così quota +50 dal livello dell' ' ingresso . Dalla cima della cattedrale comincia il ramo Paradimetilammlnoazobenzensolfonico che sale con piccoli saltini fino a quota +75 m. In questo ramo cominciano le prime concrezioni della parte nuova che consistono in singolari archi naturali provenienti dalla demolizione di vaschette concrezionali: essi costituivano il "muretto" della vaschetta.
Dopo circa 150 metri dalla cima della Cattedrale si arriva ad un bivio: da qui inizia il Minotauro, un dedalo di gallerie che si sviluppano attorno ad un ramo principale fossile lungo 120 m dal bivio alla cosi detta Sala del Polpo.
Torniamo al Bivio: sulla destra, seguendo il filo del telefono, vi è il ramo attivo, sulla sinistra invece, risalendo uno scivolo per una decina di metri, si raggiunge il ramo fossile, che dopo circa 65 m si riunisce con quello attivo.
Dopo 120 m dal Bivio, seguendo il ramo fossile, si raggiunge la Sa la del Polpo, così chiamata perché da qui si dipartono a raggera parecchie diramazioni, non ancora rilevate, che misurano un totale di almeno 300 metri.
Il ramo attivo avanza per un'altra trentina di metri restringendosi progressivamente fino a costringere a passare completamente a bagno con un orecchio sul soffitto e l'altro nell'acqua.
Per il momento non siamo andati oltre. Il dislivello fra la grotta e il fondo dell'' Inghiottitoio di Pian della Noce è di circa 10 metri e la distanza dalla superficie del monte si aggira intorno ai 25 Mt.
Parte Fossile
Nei saloni vicino alla confluenza bisogna risalire due scivoli fino ad arrivare sul fondo dei saloni (dove vi è un ramo che risale bruscamente chiudendo dopo una decina dì metri), dopo sette-otto metri vi è un piccolo pertugio che Immette nei grandi ambienti del ramo fossile.
La grande galleria caratterizzata da imponenti concrezioni sale di circa quaranta metri rispetto la quota dell'ingresso per poi ridiscendere fino a quota +10 m in una sala piena di deposito fangoso.
Qui terminava fino a un paio di anni fa il ramo fossile. Una facile risalita ha permesso di trovarne Ia prosecuzione.
Questa, dì dimensioni notevolmente minori della parte "vecchia", risale per circa trenta metri, poi si mantiene orizzontale per un'altra trentina e infine chiude misteriosamente: questa prosecuzione, come del resto tutta la grotta, è caratterizzata dall'alternarsi di ambienti a misura d ' uomo a strettoie estreme che hanno richiesto intere giornate di lavoro prima di essere superate. Altro,note
Rilevo 1
Rilievo 2
Tipo di cavità
grotta
Stato
Italy
Provincia
267
Comune
Finale Ligure
Località
Verzi Sorgente Priamara
Area speleologica
Capo Noli,Manie,Val Ponci
Numero catastale
Li/SV 571
Sviluppo totale
1400
Dislivello
+75 m
Gruppi
Gruppo Speleologico Imperiese CAI, Gruppo Speleologico Ligure A. Issel, Speleo Club G. Ribaldone
Longitudine
8° 21' 42.6'' E
Latitudine
44° 11' 26.2'' N
Datum
WGS84
Quota
170 m slm
Geologia
La Grotta Superiore Sorgente Priamara, colloquialmente "Priamara", è la risorgenza del complesso carsico Priamara Pian della Noce, che si sviluppa nei calcari dolmitici del Triassico medio. Dal punto di vista idrologico, la circolazione d'acqua nella cavità è stata stravolta dalla costruzione della Galleria ferroviaria di S. Giacomo nei primi anni '70, che ha abbassato il livello di falda sotto tutto l'Altopiano delle Manie. Prima di questo evento la grotta era costantemente attraversata dall'acqua ed alcuni tratti risultavano perennemente sommersi. Da allora, la maggior parte di quella che era la parte attiva della Primara si riattiva solo in caso di piena. Al momento è rilevabile un torrente perenne solo nella parte oltre sifone (cfr oltre): l'ultimo tratto visibile del corso d'acqua, il primo ad incontrarsi procedendo dal sifone verso monte, scompare nel primo tratto delle Gallerie del Porcopotamo, poco prima di incontrare la Sala Caronte, dove forma un piccolo laghetto. Le esplorazioni dell'inverno 2021-2022 hanno dimostrato che questa parte del torrente rimane alimentata anche in condizioni di spiccata siccità: il 2021 è stato infatti un anno particolarmente siccitoso e scarsissime precipitazioni si sono verificate anche nei primi due mesi del 2022.
Itinerario di accesso
[parte in costruzione]
La Priamara si apre poco a monte dell'abitato di Verzi, suI sentiero che unisce il suddetto paese all'Osteria della Briga.
Per raggiungere Verzi, bisogna partire da Finalpia ed imboccare la strada per Calvisio (Via Calvisio). Superato il paese di Calvisio, si continua per la strada che costeggia il torrente Pia o Sciusa (sempre Via Calvisio), fino ad incrociare il ponte che conduce a Verzi. Si imbocca quindi la strada che sale a ripidi tornanti (Strada per Verzi) e la si percorre fino alla partenza dello sterrato che conduce nella Val Ponci (Antica Via Julia Augusta). È possibile parcheggiare in alcuni spiazzi poco prima del bivio.
Da questo punto, per raggiungere la grotta ci sono due percorsi.
Percorrendo la Via Julia Augusta per un breve tratto, superato il ponte (?) sulla destra si intravede un sentiero che sale dolcemente e si dirige verso il paese. Superato un antro con una raccolta d'acqua (?) ed il torrente della Priamara (?), si giunge ad un bivio presso un tombino dell'acquedotto: a questo bivio si prende la strada che sale verso monte e dopo un paio di tornanti si giunge all'ingresso della grotta.
L'ultimo bivio può essere raggiunto anche passando attraverso il paese di Verzi: giunti al paese arrivando dal bivio con la Julia Augusta, si entra (?), si passa sotto un arco e si supera un lavatoio con un rubinetto che eroga acqua potabile. Proseguendo, dopo poco, si giunge al tombino dell'acquedotto. Descrizione Dal punto di vista geologico ed idrologico, nella grotta si identificano una parte attiva ed una parte fossile. Come si è già detto, in verità buona parte delle gallerie attive è ora effettivamente tale solo in caso di piena a causa dell'abbassamento del livello di falda.
Storicamente la grotta è stata divisa in due zone: la parte vecchia, esplorata nel 1971, e la parte nuova, esplorata nel 1989. Il confine tra le due zone era il sifone Gula secca, il quarto sifone di sabbia che si incontra procedendo dall'ingresso. Ad oggi, il sifone è stato svuotato in tre occasioni: nel 1989, in ?? giornate, nel 1992, in ?? giornate e nel 2022, in una sola giornata ad opera di ?? persone.
Considerando che nel 2021 è stata esplorato un nuovo ramo nella parte vecchia e che non sembra inverosimile la scoperta di un bypass del sifone Gula Secca, questa suddivisione può creare della confusione. Al momento è pertanto più conveniente descrivere la cavità considerandone l'idrologia e parlare di parte attiva e parte fossile, suddividendo poi la parte attiva in porzione presifone e porzione oltresifone rispetto al sifone Gula secca.
Parte attiva
Le gallerie attive sono impostate su una serie di diaclasi e faglie con direzione molto irregolare impostate nel complesso da NW a SE. Dopo circa 150 metri di condotti a pressione di dimensioni piuttosto ridotte (è possibile stare in piedi solo in due sale), caratterizzati da una serie di sifoni colmi dì sedimenti ghiaioso-sabbìosi, ci si immette in una galleria ben transitabile che prosegue sia a monte, sia a valle.
A valle del punto di confluenza si incontrano, dopo circa dieci metri, ambienti di notevoli dimensioni : tenendosi sulla destra vi è un ramo che torna indietro per circa 50 metri terminando bruscamente con piccoli inghiottitoi impraticabili, proprio all' altezza della faglia su cu i è impostato il cunicolo di accesso.
Tenendosi sulla sinistra uscendo dalla confluenza ci si immette nell' "a monte" della Priamara. Dopo circa ottanta metri, passato il così detto Scivolone (una condotta in distesa semi intasata da depositi sabbiosi), si raggiunge la Sala di Assuan; in fondo a questa sala inizia il Sifone III a Gula Secca che, con la sua lunghezza di oltre dieci metri, ha richiesto più di un anno di bibliche disostruzioni prima dì essere superato.
Esso rappresenta il quarto ed ultimo gran sifone di sabbia; da qui in poi la morfologia e le dimensioni della cavità cominciano a cambiare: di là dal sifone, il tratto che va dalla Sala Golosello alla fine delle gallerie Ciobar è caratterizzato da imponente deposito argilloso-limosi, poiché, trovandosi al di sotto dalla quota della sorgente, dopo un periodo di piena rimane per alcuni giorni completamente allagato e in questa situazione di calma l'acqua decanta lasciando deposi tare le particelle in sospensione.
Alla fine delle Gallerie Ciobar, dopo un angusto passaggio, vi è la discesa Kunta Kant (una decina dì metri) e dopo venti metri la Risalita Nabuco-donnosor. Da qui iniziano le gallerie del Porcopotamo che dopo circa 35 metri sono interrotte dalla Sala Caronte; dopo 75 metri da questa le gallerie si immettono nel la gigantesca (per il Fina lese) Cattedrale, una grande sala che risale, con salti successi vi, di quaranta metri raggi ungendo così quota +50 dal livello dell' ' ingresso . Dalla cima della cattedrale comincia il ramo Paradimetilammlnoazobenzensolfonico che sale con piccoli saltini fino a quota +75 m. In questo ramo cominciano le prime concrezioni della parte nuova che consistono in singolari archi naturali provenienti dalla demolizione di vaschette concrezionali: essi costituivano il "muretto" della vaschetta.
Dopo circa 150 metri dalla cima della Cattedrale si arriva ad un bivio: da qui inizia il Minotauro, un dedalo di gallerie che si sviluppano attorno ad un ramo principale fossile lungo 120 m dal bivio alla cosi detta Sala del Polpo.
Torniamo al Bivio: sulla destra, seguendo il filo del telefono, vi è il ramo attivo, sulla sinistra invece, risalendo uno scivolo per una decina di metri, si raggiunge il ramo fossile, che dopo circa 65 m si riunisce con quello attivo.
Dopo 120 m dal Bivio, seguendo il ramo fossile, si raggiunge la Sa la del Polpo, così chiamata perché da qui si dipartono a raggera parecchie diramazioni, non ancora rilevate, che misurano un totale di almeno 300 metri.
Il ramo attivo avanza per un'altra trentina di metri restringendosi progressivamente fino a costringere a passare completamente a bagno con un orecchio sul soffitto e l'altro nell'acqua.
Per il momento non siamo andati oltre. Il dislivello fra la grotta e il fondo dell'' Inghiottitoio di Pian della Noce è di circa 10 metri e la distanza dalla superficie del monte si aggira intorno ai 25 Mt.
Parte Fossile
Nei saloni vicino alla confluenza bisogna risalire due scivoli fino ad arrivare sul fondo dei saloni (dove vi è un ramo che risale bruscamente chiudendo dopo una decina dì metri), dopo sette-otto metri vi è un piccolo pertugio che Immette nei grandi ambienti del ramo fossile.
La grande galleria caratterizzata da imponenti concrezioni sale di circa quaranta metri rispetto la quota dell'ingresso per poi ridiscendere fino a quota +10 m in una sala piena di deposito fangoso.
Qui terminava fino a un paio di anni fa il ramo fossile. Una facile risalita ha permesso di trovarne Ia prosecuzione.
Questa, dì dimensioni notevolmente minori della parte "vecchia", risale per circa trenta metri, poi si mantiene orizzontale per un'altra trentina e infine chiude misteriosamente: questa prosecuzione, come del resto tutta la grotta, è caratterizzata dall'alternarsi di ambienti a misura d ' uomo a strettoie estreme che hanno richiesto intere giornate di lavoro prima di essere superate. Altro,note
Rilevo 1
Rilievo 2
Lat:44.19061111N Lon:8.36183333E Datum:WGS84
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