Nome
Grotta G.V. Schiaparelli
Data inserimento
2007-01-01 00:00:00
Data ultimo aggiornamento
2004-12-01 14:55:13
Presso la Pensione Irma è possibile parcheggiare l'auto oltre alla possibilità di un piccolo ristoro.
Da qui si prosegue poi a piedi. Raggiunto il piazzale belvedere dove è situato il cancello di ingresso di Cittadella, si prende l'antica strada militare sterrata che parte dal piazzale e porta al forte di Orino.
Dopo circa 50 metri, si incontra sulla sinistra, una staccionata in legno dove è presente un cartello che reca la scritta di II e III pozzo sotto la strada militare.
Poco sotto verso valle è situato l'ingresso della Grotta G.V.Schiaparelli.
Si rammenta a coloro che fossero interessati alla visita di qualsiasi cavità situata all'interno del Parco di Campo dei Fiori, che è necessario richiedere il permesso rilasciato dallo stesso Ente.
Nel caso specifico della Grotta G. V. Schiaparelli sarebbe meglio contattarci direttamente poichè è una cavità tuttora in fase di studio. Descrizione La grotta è stata scoperta durante una ricerca invernale per via dello scioglimento della neve attorno all'ingresso dovuta alla presenza di aria più calda uscente dal suo interno.
Le prime decine di metri della grotta sono state aperte in modo artificiale, in mesi di faticosissimi lavori, allargando fessure dove per un essere umano era impossibile transitare.
Il primo tratto della grotta, tuttora di modeste dimensioni, si presenta sotto forma di un pozzetto, seguito da un cunicolo che scende torcendosi su sé stesso e per questa peculiarità è chiamato La chiocciola .
Già nella chiocciola si possono notare i riempimenti di materiale intruso, sotto forma di ciottoli, sabbia ed argille e dopo una decina di metri in cunicoli angusti, con un pozzetto affrontabile in libera, si giunge in una saletta (particolare per un masso a ponte incastrato tra le pareti) ed ad un successivo pozzo di circa 10 m.
Dalla base del pozzo, dopo una fessura verticale ed un saltino, ci si immette in una saletta da dove si intersecano alcuni cunicoli transitabili solo parzialmente. Proseguendo verso il basso si incontra prima un rigagnolo d'acqua perenne (da cui il nome di Abbeveratoio) e dopo una decina di metri si giunge alla Sala della Faglia. Siamo a -50m di profondità dall'ingresso. In questa sala sono presenti alcuni resti ossei di animale che noi abbiamo protetto costruendo un muretto a secco con le pietre presenti . Se si prosegue in direzione sud, si giunge dopo un piccolo pozzetto al camino Aldebaran, risalito in artificiale, caratteristico per la presenza di magnifici fossili di ammoniti, ben conservati e resi evidenti dall'erosione selettiva operata dalle acque.
La prosecuzione dalla Sala della Faglia, è però situata sulla sinistra idrografica, in una lunga frattura in discesa che porta alla Sala del Bar (così chiamata perché abbiamo posto alcuni bicchieri in corrispondenza di una pozza di acqua corrente).
In alto, verso monte, un collegamento in laminatoio ricollega con la base del camino Aldebaran. Verso valle invece, tra alcuni massi di crollo appiattiti e di grosse dimensioni incastrati tra le pareti solamente sugli spigoli, a cui è stato dato in modo scaramantico ben più di un nome (Pietra Tombale, Schiaccianoci, Sandwich) si prosegue trovando il passaggio tra di essi.
La grotta torna poi ad essere stretta e proseguendo per l'unica via si incontra dapprima un saltino di circa 1,30 m seguito da una piccolissima saletta, che poi con una curva ad esse immette in un altra breve galleria meandriforme che porta al "Quadrivio". Siamo a -100 m.
Dal nome stesso si può intuire il collegamento con altri rami: infatti un ramo si dirige verso monte per una ventina di metri chiudendo inesorabilmente in una strettoia satura di argilla appiccicosissima, mentre verso valle, lungo la via che porta verso il fondo, sul lato destro, quasi a pavimento, si dirama una fessura che inghiotte l'acqua proveniente dai due rami a monte ma che termina poi in interstrato in modo impercorribile.
L'andamento della grotta si fa rettilineo: siamo in un meandro alto 3-4 m e largo mediamente 60 cm con numerose lame di selce che sporgono lungo la via.
Dopo circa 50 m il meandro piega di netto verso ovest trasformandosi in un cunicolo denominato "Puciowski" : in questo tratto, proprio per le dimensioni ridotte, è presente una netta corrente d'aria. Originariamente, questo passaggio, lungo circa 8 metri e mediamente alto 40 cm., era uno dei più stretti e, per poterci passare, occorreva strisciarci dentro con, a circa metà strada, una pozza perenne che ti bagnava inesorabilmente. Ora l'altezza è quasi raddoppiata e ci si passa abbastanza agevolmente a carponi e la pozza d'acqua non esiste più.
Superato Puciowski una caratteristica galleria in interstrato chiamata Toboga si innesta alla Sala del Gasteropode.
Il lato nord della sala del gasteropode presenta alcuni plastici di argilla sul pavimento e in parete, da una finestra in cima, è presente una cascatella perenne. Anche la parete sud-ovest della sala è particolarmente ricca di fossili di bivalvi e di gasteropodi e alla presenza proprio di questi ultimi è dedicata appunto la sala.
Una depressione sul pavimento porta , dopo una strettoia , ad una serie di pozzetti rispettivamente di 6,4 e 5 m intervallati da brevi e strette fessure, e successivamente ad un altro pozzo di 14 m alla base del quale ci si immette in un meandro.
Quest'ultimo pozzo, riconoscibile da una caratteristica cengia a circa 1/3 della discesa, ha la particolarità, in direzione nord, di avere una venuta d'acqua da un cunicolo in parete non transitabile.
Qui l'ambiente è ampio, ma proseguendo verso valle, il meandro si fa stretto, alto e piuttosto verticale e scendendo in contrapposizione tra le pareti si arriva alla partenza della Scala Celeste.
Poco sopra ad una fessura a pavimento è stata fissata la corda che serve per calarsi in un magnifico pozzo-cascata alto 22 m: il vuoto che si apre sotto di noi è bellissimo e molto suggestivo. Esso si apre tra due tipi di rocce: il Calcare Selcifero Lombardo , in cui si è sviluppata la cavità fino ad ora , e la sottostante Dolomia a Conchodon.
Tra questi due tipi di rocce vi è la presenza di un netto orizzonte fossilifero formato prevalentemente da Ammoniti . Esso è visibile alcuni metri sotto la partenza del pozzo e merita di essere visto così come i resti fossili di Pentacrinus, Coralli, Bivalvi ecc.. sparsi sulle pareti e alla base del pozzo.
La parte della denominata Scala Celeste comprende però anche i pozzi successivi: dopo il primo di 22 m parte subito da una balza un pozzo di 10 m, seguito poi da uno di 4 m fino ad arrivare ad una fessura a pavimento simile alla partenza del 22 m. E' l'ultimo pozzo alto 17 m.
Tutta la sequenza dei pozzi da origine ad una verticale di 53 m.. Recentemente, appena disceso il pozzo di 10 m, abbiamo armato una nuova via che permette, dopo circa un saltino di 4 m, di immettersi direttamente all'ultima verticale per il Salone Galileo. Un frazionamento a 17 metri di altezza posizionato su un fantastico balcone, permette poi la calata nel vuoto con un ampia visibilità sul Salone Galileo . Nella "vecchia" via invece, ci si calava per i primi 5 m quasi contro parete, con difficoltà di movimento in partenza e con una visibilità più limitata.
Sempre riferito alla Scala Celeste, per rendere più agibile la progressione speleologica anche in periodi di media piovosità, è stato applicato alle pareti del pozzo di 22 metri ,ma in maniera provvisoria, un tubo di plastica del diametro 10 cm che cattura l'acqua attraverso un piccolo sbarramento artificiale e la convoglia a valle , lasciando inalterato l'equilibrio idrico del ramo.
Il Salone Galileo è la sala più ampia della grotta: misura la bellezza di circa 30 metri x 40 con una altezza stimata di almeno 25. Il pavimento del Salone è formato da enormi massi di crollo.
Una parete del Salone è impostata su una faglia ma la sua formazione è dovuta anche all'erosione accentuata dalla miscelazione delle acque provenienti da più direzioni. All'interno del Salone Galileo, è presente ancora, oltre all'acqua proveniente dalla nostra via di progressione, una suggestiva cascata chiamata Cascata Paradiso
Altri segni evidenti di quanto affermato è la presenza in direzione nord-est di un enorme camino poco oltre la Galleria Del Faglione.
Dal camino, in direzione nord-ovest sono presenti grossi depositi di argille. E' interessante constatare la presenza di numerose piccole ossa di pipistrello segno che una nutrita colonia è stata presente in passato e ,sparse qua e là nell'argilla presente, danno origine al nome della galleria degli Ex Pippi.
Il salone Galileo è stato e viene ancora usato come campo intermedio durante le esplorazioni di punta.
Altro,note Tratto dal sito del Gruppo Grotte Gallarate Rilevo 1
Rilievo 2
Tipo di cavità
grotta
Stato
Italy
Provincia
281
Comune
Monte Campo dei Fiori
Dislivello
-680
Quota
1100 m slm
Geologia
La cavità si apre a circa 1100 m di quota s.l.m. nel Calcare Selcifero Lombardo (caratteristico per il colore grigiastro e la presenza di selce da cui appunto prende il nome) appena al di sotto della strada militare che porta al Forte di Orino .
Itinerario di accesso
La Grotta G.V. Schiaparelli è situata sul M.te Campo dei Fiori - Varese. E' raggiungibile con l'auto salendo dal centro di Varese per la strada che porta al Campo dei Fiori - Sacro Monte, seguendo le indicazioni per l'Osservatorio Astronomico fin dove il divieto obbliga la fermata delle auto.Presso la Pensione Irma è possibile parcheggiare l'auto oltre alla possibilità di un piccolo ristoro.
Da qui si prosegue poi a piedi. Raggiunto il piazzale belvedere dove è situato il cancello di ingresso di Cittadella, si prende l'antica strada militare sterrata che parte dal piazzale e porta al forte di Orino.
Dopo circa 50 metri, si incontra sulla sinistra, una staccionata in legno dove è presente un cartello che reca la scritta di II e III pozzo sotto la strada militare.
Poco sotto verso valle è situato l'ingresso della Grotta G.V.Schiaparelli.
Si rammenta a coloro che fossero interessati alla visita di qualsiasi cavità situata all'interno del Parco di Campo dei Fiori, che è necessario richiedere il permesso rilasciato dallo stesso Ente.
Nel caso specifico della Grotta G. V. Schiaparelli sarebbe meglio contattarci direttamente poichè è una cavità tuttora in fase di studio. Descrizione La grotta è stata scoperta durante una ricerca invernale per via dello scioglimento della neve attorno all'ingresso dovuta alla presenza di aria più calda uscente dal suo interno.
Le prime decine di metri della grotta sono state aperte in modo artificiale, in mesi di faticosissimi lavori, allargando fessure dove per un essere umano era impossibile transitare.
Il primo tratto della grotta, tuttora di modeste dimensioni, si presenta sotto forma di un pozzetto, seguito da un cunicolo che scende torcendosi su sé stesso e per questa peculiarità è chiamato La chiocciola .
Già nella chiocciola si possono notare i riempimenti di materiale intruso, sotto forma di ciottoli, sabbia ed argille e dopo una decina di metri in cunicoli angusti, con un pozzetto affrontabile in libera, si giunge in una saletta (particolare per un masso a ponte incastrato tra le pareti) ed ad un successivo pozzo di circa 10 m.
Dalla base del pozzo, dopo una fessura verticale ed un saltino, ci si immette in una saletta da dove si intersecano alcuni cunicoli transitabili solo parzialmente. Proseguendo verso il basso si incontra prima un rigagnolo d'acqua perenne (da cui il nome di Abbeveratoio) e dopo una decina di metri si giunge alla Sala della Faglia. Siamo a -50m di profondità dall'ingresso. In questa sala sono presenti alcuni resti ossei di animale che noi abbiamo protetto costruendo un muretto a secco con le pietre presenti . Se si prosegue in direzione sud, si giunge dopo un piccolo pozzetto al camino Aldebaran, risalito in artificiale, caratteristico per la presenza di magnifici fossili di ammoniti, ben conservati e resi evidenti dall'erosione selettiva operata dalle acque.
La prosecuzione dalla Sala della Faglia, è però situata sulla sinistra idrografica, in una lunga frattura in discesa che porta alla Sala del Bar (così chiamata perché abbiamo posto alcuni bicchieri in corrispondenza di una pozza di acqua corrente).
In alto, verso monte, un collegamento in laminatoio ricollega con la base del camino Aldebaran. Verso valle invece, tra alcuni massi di crollo appiattiti e di grosse dimensioni incastrati tra le pareti solamente sugli spigoli, a cui è stato dato in modo scaramantico ben più di un nome (Pietra Tombale, Schiaccianoci, Sandwich) si prosegue trovando il passaggio tra di essi.
La grotta torna poi ad essere stretta e proseguendo per l'unica via si incontra dapprima un saltino di circa 1,30 m seguito da una piccolissima saletta, che poi con una curva ad esse immette in un altra breve galleria meandriforme che porta al "Quadrivio". Siamo a -100 m.
Dal nome stesso si può intuire il collegamento con altri rami: infatti un ramo si dirige verso monte per una ventina di metri chiudendo inesorabilmente in una strettoia satura di argilla appiccicosissima, mentre verso valle, lungo la via che porta verso il fondo, sul lato destro, quasi a pavimento, si dirama una fessura che inghiotte l'acqua proveniente dai due rami a monte ma che termina poi in interstrato in modo impercorribile.
L'andamento della grotta si fa rettilineo: siamo in un meandro alto 3-4 m e largo mediamente 60 cm con numerose lame di selce che sporgono lungo la via.
Dopo circa 50 m il meandro piega di netto verso ovest trasformandosi in un cunicolo denominato "Puciowski" : in questo tratto, proprio per le dimensioni ridotte, è presente una netta corrente d'aria. Originariamente, questo passaggio, lungo circa 8 metri e mediamente alto 40 cm., era uno dei più stretti e, per poterci passare, occorreva strisciarci dentro con, a circa metà strada, una pozza perenne che ti bagnava inesorabilmente. Ora l'altezza è quasi raddoppiata e ci si passa abbastanza agevolmente a carponi e la pozza d'acqua non esiste più.
Superato Puciowski una caratteristica galleria in interstrato chiamata Toboga si innesta alla Sala del Gasteropode.
Il lato nord della sala del gasteropode presenta alcuni plastici di argilla sul pavimento e in parete, da una finestra in cima, è presente una cascatella perenne. Anche la parete sud-ovest della sala è particolarmente ricca di fossili di bivalvi e di gasteropodi e alla presenza proprio di questi ultimi è dedicata appunto la sala.
Una depressione sul pavimento porta , dopo una strettoia , ad una serie di pozzetti rispettivamente di 6,4 e 5 m intervallati da brevi e strette fessure, e successivamente ad un altro pozzo di 14 m alla base del quale ci si immette in un meandro.
Quest'ultimo pozzo, riconoscibile da una caratteristica cengia a circa 1/3 della discesa, ha la particolarità, in direzione nord, di avere una venuta d'acqua da un cunicolo in parete non transitabile.
Qui l'ambiente è ampio, ma proseguendo verso valle, il meandro si fa stretto, alto e piuttosto verticale e scendendo in contrapposizione tra le pareti si arriva alla partenza della Scala Celeste.
Poco sopra ad una fessura a pavimento è stata fissata la corda che serve per calarsi in un magnifico pozzo-cascata alto 22 m: il vuoto che si apre sotto di noi è bellissimo e molto suggestivo. Esso si apre tra due tipi di rocce: il Calcare Selcifero Lombardo , in cui si è sviluppata la cavità fino ad ora , e la sottostante Dolomia a Conchodon.
Tra questi due tipi di rocce vi è la presenza di un netto orizzonte fossilifero formato prevalentemente da Ammoniti . Esso è visibile alcuni metri sotto la partenza del pozzo e merita di essere visto così come i resti fossili di Pentacrinus, Coralli, Bivalvi ecc.. sparsi sulle pareti e alla base del pozzo.
La parte della denominata Scala Celeste comprende però anche i pozzi successivi: dopo il primo di 22 m parte subito da una balza un pozzo di 10 m, seguito poi da uno di 4 m fino ad arrivare ad una fessura a pavimento simile alla partenza del 22 m. E' l'ultimo pozzo alto 17 m.
Tutta la sequenza dei pozzi da origine ad una verticale di 53 m.. Recentemente, appena disceso il pozzo di 10 m, abbiamo armato una nuova via che permette, dopo circa un saltino di 4 m, di immettersi direttamente all'ultima verticale per il Salone Galileo. Un frazionamento a 17 metri di altezza posizionato su un fantastico balcone, permette poi la calata nel vuoto con un ampia visibilità sul Salone Galileo . Nella "vecchia" via invece, ci si calava per i primi 5 m quasi contro parete, con difficoltà di movimento in partenza e con una visibilità più limitata.
Sempre riferito alla Scala Celeste, per rendere più agibile la progressione speleologica anche in periodi di media piovosità, è stato applicato alle pareti del pozzo di 22 metri ,ma in maniera provvisoria, un tubo di plastica del diametro 10 cm che cattura l'acqua attraverso un piccolo sbarramento artificiale e la convoglia a valle , lasciando inalterato l'equilibrio idrico del ramo.
Il Salone Galileo è la sala più ampia della grotta: misura la bellezza di circa 30 metri x 40 con una altezza stimata di almeno 25. Il pavimento del Salone è formato da enormi massi di crollo.
Una parete del Salone è impostata su una faglia ma la sua formazione è dovuta anche all'erosione accentuata dalla miscelazione delle acque provenienti da più direzioni. All'interno del Salone Galileo, è presente ancora, oltre all'acqua proveniente dalla nostra via di progressione, una suggestiva cascata chiamata Cascata Paradiso
Altri segni evidenti di quanto affermato è la presenza in direzione nord-est di un enorme camino poco oltre la Galleria Del Faglione.
Dal camino, in direzione nord-ovest sono presenti grossi depositi di argille. E' interessante constatare la presenza di numerose piccole ossa di pipistrello segno che una nutrita colonia è stata presente in passato e ,sparse qua e là nell'argilla presente, danno origine al nome della galleria degli Ex Pippi.
Il salone Galileo è stato e viene ancora usato come campo intermedio durante le esplorazioni di punta.
Altro,note Tratto dal sito del Gruppo Grotte Gallarate Rilevo 1
Rilievo 2
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