Nome
Montemarcello
Descrizione Caratteristiche generali:
Il sito comprende gran parte del promontorio che separa a levante il Golfo della Spezia dal Fiume Magra, tra bocca di Magra ad Est e il seno di Tellaro ad Ovest. Il paesaggio è caratterizzato dal contrasto tra boschi, falesie, macchia ed aree agricole (soprattutto oliveti).
Coste rocciose alte e basse si alternano a piccole spiagge e si notano interessanti fenomeni carsici: doline, grotte, sorgenti carsiche. Prevalgono quarziti,
scisti arenacei, diabasi, anageniti a grana di quarzo rossastro; calcari grigi cavernosi e calcari a Raethavicula contorta. I ricchi depositi fossiliferi rendono l'area interessante anche sotto il profilo paleontologico.
Una spiccata differenza si rileva fra le condizioni ambientali del versante interno, relativamente più umido e fresco, e del versante esterno più caldo e tipicamente mediterraneo. Il sito è funzionalmente correlato al sistema fluviale del Magra e della sua piana presso la foce.
Già costituente l'Area Protetta di "Montemarcello" e comprendente una riserva parziale, il sito rientra ora nel Parco Naturale Regionale di "Montemarcello-Magra". Alcune aree sono soggette alle norme della L. 1497/1939 e dei DD.MM. del 24.4.1985; le zone carsiche sono tutelate dalla L.R. 14/90. Nel sito ricade anche una piccola area soggetta a vincolo militare.
Habitat di maggiore interesse:
I netti contrasti vegetazionali tra i versanti rivolti al mare (tipicamente mediterranei) e quelli rivolti alla Valle del Magra (più freschi) e tra aspetti di elevata naturalità ed aree agricole rappresentano elementi essenziali, non solo per il paesaggio, ma anche per il mantenimento
della biodiversità.
Al di sopra della cintura di alofite, si estende un mosaico con aspetti propriamente rupestri, orli arbustivi a rosmarino, macchia a cisti, macchia ad euforbia arborea (Euphorbia dendroides), steppa ad Ampelodesma,
macchia e forteto di leccio, rade pinete di Pino d'Aleppo.
Nelle situazioni più evolute si notano boschi di leccio, castagneti e boschi misti di frassino e ornielli (orno-ostrieti). Pinete di pino marittimo mostrano gli evidenti segni degli incendi e localmente presentano un sottobosco con ginestrone (Ulex europaeus). Le formazioni erbacee su substrati calcarei si evidenziano per la straordinaria ricchezza di orchidee e sono considerati tra gli habitat d'interesse prioritario per la Comunità europea.
Si segnalano anche un piccolo stagno e lembi di bosco ripario con ontani in corrispondenza degli impluvi.
Specie di maggiore interesse:
Diverse specie vegetali si trovano presso il limite Nord-Est della loro distribuzione o in stazioni insolitamente vicino al mare. Si citano ad esempio: vedovina delle Apuane (Globularia incanescens),
proposta per l'inclusione nell'allegato 2 della direttiva 43/92, l'Asplenio di Petrarca (Asplenium petrarchae), Euforbia arborea (Euphorbia
dendroides), Iris lutescens, Melica magnolii, Potentilla detommasii.
La contiguità col sistema fluviale e la configurazione a promontorio proteso sul mare aumenta notevolmente la ricchezza dell'ornitofauna: sono segnalate quasi cento specie di uccelli protetti dalle normative europee, fra le quali la Ghiandaia marina (Coracias garrulus), il Pecchiaiolo (Pernis apivorus), il Beccafico (Sylvia borin), la Cesena (Turdus pilaris).
Tra gli invertebrati sono presenti la farfalla Euplagia quadripunctaria d'interesse europeo prioritario e numerosi endemiti di rilievo: Parabathyscia
brigantii proposta per l'inserimento nell'allegato 2 della direttiva 43/92, Parabathyscia mancinii, Geostiba poggiana, Thychobythinus zoiai,
Latrobium zoiai, Barynotus affinis, Belgrandia thermalis, ecc.
Osservazioni per la gestione e la valorizzazione:
Tra gli obiettivi principali per la conservazione vi sono: la riduzione del rischio di incendio, il mantenimento di un' ampia porzione coltivata, specialmente ad olivo, secondo tecniche tradizionali "biologiche"; la lotta per contenere le specie invasive soprattutto nelle zone bruciate o abbandonate e lungo gli assi di penetrazione. Interventi selvicolturali possono essere condotti per la graduale conversione delle pinete a pino marittimo verso boschi misti di latifoglie o verso la lecceta; al contrario, le pinete a Pino d'Aleppo dovrebbero essere mantenute. è auspicabile anche un maggiore controllo sul comportamento dei turisti che frequentano l'area. Essenziali sono, inoltre, interventi finalizzati al mantenimento di formazioni erbacee, soprattutto attraverso lo sfalcio, il pascolo fortemente limitato e condizionato o il decespugliamento selettivo per favorire alcune specie rare o protette.
L'attività venatoria, esercitata secondo le regole vigenti ed eventuali particolari restrizioni limitate ad alcune aree non è incompatibile con gli obiettivi di conservazione del sito.
Importante è l'avvio di monitoraggi mirati ad alcune specie ed habitat rari.
La valorizzazione del sito deve proseguire secondo i programmi predisposti nell'ambito della gestione del Parco; sono opportuni interventi di recupero di alcune infrastrutture militari abbandonate per un utilizzo come foresteria,
centri di informazione ambientale, ecc. e la riorganizzazione ed il ripristino della rete di sentieri mirata anche ad un decentramento della frequentazione
dalla zona costiera verso le zone più interne. Altro,note gli inghiottitoi presso Montemarcello vengono utilizzati come discariche R.S.U.
Rilevo 1
Stato
Italy
Comuni
Ameglia, Arcola, Lerici
Bacino imbrifero
MAGRA (VERSANTI E , NE) E ALTRI MINORI
Caratteristiche geolitologiche
Verrucano, Calcari a Rhaetavicula e Calcari cavernosi, Dolomie (Trias); Calcari grigi e Portoro (Lias).
Caratteristiche geomorfologiche
Evidenti forme di carsismo superficiale: conche senza deflussi, campi solcati (rari campi carreggiati), doline, inghiottitoi.
Caratteristiche idrogeologiche
Reticolo idrografico rado con aste torrentizie ad andamento prevalemtemente rettilineo, con poche o nulle biforcazioni. Risorgenti al contatto con le formazioni sottostanti. Deflussi prevalentem. sotterranei.
Caratteristiche speleologiche
Le cavità conosciute non hanno grande sviluppo, l'area comunque non è stata ancora sufficientemente esplorata.
Copertura vegetale e uso del suolo
Coltivazioni in parte abbandonate, ridotte attività estrattive (cave di calce e portoro); diffusa edilizia non residenziale (seconde case).
Altre caratteristiche
Notevoli i ritrovamenti di fossili (Caverna ossifera della Valletta) e di schegge di selce eneoliticheDescrizione Caratteristiche generali:
Il sito comprende gran parte del promontorio che separa a levante il Golfo della Spezia dal Fiume Magra, tra bocca di Magra ad Est e il seno di Tellaro ad Ovest. Il paesaggio è caratterizzato dal contrasto tra boschi, falesie, macchia ed aree agricole (soprattutto oliveti).
Coste rocciose alte e basse si alternano a piccole spiagge e si notano interessanti fenomeni carsici: doline, grotte, sorgenti carsiche. Prevalgono quarziti,
scisti arenacei, diabasi, anageniti a grana di quarzo rossastro; calcari grigi cavernosi e calcari a Raethavicula contorta. I ricchi depositi fossiliferi rendono l'area interessante anche sotto il profilo paleontologico.
Una spiccata differenza si rileva fra le condizioni ambientali del versante interno, relativamente più umido e fresco, e del versante esterno più caldo e tipicamente mediterraneo. Il sito è funzionalmente correlato al sistema fluviale del Magra e della sua piana presso la foce.
Già costituente l'Area Protetta di "Montemarcello" e comprendente una riserva parziale, il sito rientra ora nel Parco Naturale Regionale di "Montemarcello-Magra". Alcune aree sono soggette alle norme della L. 1497/1939 e dei DD.MM. del 24.4.1985; le zone carsiche sono tutelate dalla L.R. 14/90. Nel sito ricade anche una piccola area soggetta a vincolo militare.
Habitat di maggiore interesse:
I netti contrasti vegetazionali tra i versanti rivolti al mare (tipicamente mediterranei) e quelli rivolti alla Valle del Magra (più freschi) e tra aspetti di elevata naturalità ed aree agricole rappresentano elementi essenziali, non solo per il paesaggio, ma anche per il mantenimento
della biodiversità.
Al di sopra della cintura di alofite, si estende un mosaico con aspetti propriamente rupestri, orli arbustivi a rosmarino, macchia a cisti, macchia ad euforbia arborea (Euphorbia dendroides), steppa ad Ampelodesma,
macchia e forteto di leccio, rade pinete di Pino d'Aleppo.
Nelle situazioni più evolute si notano boschi di leccio, castagneti e boschi misti di frassino e ornielli (orno-ostrieti). Pinete di pino marittimo mostrano gli evidenti segni degli incendi e localmente presentano un sottobosco con ginestrone (Ulex europaeus). Le formazioni erbacee su substrati calcarei si evidenziano per la straordinaria ricchezza di orchidee e sono considerati tra gli habitat d'interesse prioritario per la Comunità europea.
Si segnalano anche un piccolo stagno e lembi di bosco ripario con ontani in corrispondenza degli impluvi.
Specie di maggiore interesse:
Diverse specie vegetali si trovano presso il limite Nord-Est della loro distribuzione o in stazioni insolitamente vicino al mare. Si citano ad esempio: vedovina delle Apuane (Globularia incanescens),
proposta per l'inclusione nell'allegato 2 della direttiva 43/92, l'Asplenio di Petrarca (Asplenium petrarchae), Euforbia arborea (Euphorbia
dendroides), Iris lutescens, Melica magnolii, Potentilla detommasii.
La contiguità col sistema fluviale e la configurazione a promontorio proteso sul mare aumenta notevolmente la ricchezza dell'ornitofauna: sono segnalate quasi cento specie di uccelli protetti dalle normative europee, fra le quali la Ghiandaia marina (Coracias garrulus), il Pecchiaiolo (Pernis apivorus), il Beccafico (Sylvia borin), la Cesena (Turdus pilaris).
Tra gli invertebrati sono presenti la farfalla Euplagia quadripunctaria d'interesse europeo prioritario e numerosi endemiti di rilievo: Parabathyscia
brigantii proposta per l'inserimento nell'allegato 2 della direttiva 43/92, Parabathyscia mancinii, Geostiba poggiana, Thychobythinus zoiai,
Latrobium zoiai, Barynotus affinis, Belgrandia thermalis, ecc.
Osservazioni per la gestione e la valorizzazione:
Tra gli obiettivi principali per la conservazione vi sono: la riduzione del rischio di incendio, il mantenimento di un' ampia porzione coltivata, specialmente ad olivo, secondo tecniche tradizionali "biologiche"; la lotta per contenere le specie invasive soprattutto nelle zone bruciate o abbandonate e lungo gli assi di penetrazione. Interventi selvicolturali possono essere condotti per la graduale conversione delle pinete a pino marittimo verso boschi misti di latifoglie o verso la lecceta; al contrario, le pinete a Pino d'Aleppo dovrebbero essere mantenute. è auspicabile anche un maggiore controllo sul comportamento dei turisti che frequentano l'area. Essenziali sono, inoltre, interventi finalizzati al mantenimento di formazioni erbacee, soprattutto attraverso lo sfalcio, il pascolo fortemente limitato e condizionato o il decespugliamento selettivo per favorire alcune specie rare o protette.
L'attività venatoria, esercitata secondo le regole vigenti ed eventuali particolari restrizioni limitate ad alcune aree non è incompatibile con gli obiettivi di conservazione del sito.
Importante è l'avvio di monitoraggi mirati ad alcune specie ed habitat rari.
La valorizzazione del sito deve proseguire secondo i programmi predisposti nell'ambito della gestione del Parco; sono opportuni interventi di recupero di alcune infrastrutture militari abbandonate per un utilizzo come foresteria,
centri di informazione ambientale, ecc. e la riorganizzazione ed il ripristino della rete di sentieri mirata anche ad un decentramento della frequentazione
dalla zona costiera verso le zone più interne. Altro,note gli inghiottitoi presso Montemarcello vengono utilizzati come discariche R.S.U.
Rilevo 1