Nome
Grotta di Scogli Neri
Data inserimento
2007-01-01 00:00:00
Data ultimo aggiornamento
2008-02-25 11:57:11
Il Comune di Giustenice, concordemente alla Delegazione Speleologica Ligure, ha provveduto a porre un cancello di chiusura alla grotta, onde porre termine all'asportazione del minerale di aragonite, caratteristica peculiare di questo complesso sotterraneo. Per ottenere il permesso di accesso contattare la Segreteria della Delegazione Speleologica Ligure;
Dal casello autostradale di Pietra Ligure si raggiunge l'abitato medesimo, sul mare. Da qui, dirigendosi verso levante, si trova agevolmente la strada che in km 4 conduce, nell'immediato entroterra, al paese di Giustenice. Giunti sulla piazza del Municipio, si imbocca la strada per Monte Carmo - Bardineto. Superate le ultime case di Giustenice, la strada diventa in terra battuta e si arrampica a tornanti, inoltrandosi nel bosco. Si percorre quindi un ultimo tratto attraverso un pendio completamente scoperto, sino a raggiungere una curva, ove si possono parcheggiare le auto. Proprio in corrispondenza del gomito della curva, si diparte un sentiero; subito dopo il sentiero presenta un bivio: bisogna continuare a scendere. Si incontra, nel bosco, una costruzione, dalla quale sgorga una fonte. Da questo punto il sentiero riprende a salire, per poi ridiscendere ancora, sul versante della Valle Maremola. Dopo il sentiero ridiventa pianeggiante, per poi riprendere ancora una volta a scendere ripidamente: proprio qualche metro prima di questo punto bisogna inoltrarsi a destra, in corrispondenza di un grande albero isolato, per un sentiero precipite lungo un solco torrentizio ripidissimo, che conduce direttamente all'ingresso della grotta. Descrizione L'ingresso (punto 1) si presenta come un triangolo alto e stretto. Dopo pochi metri la volta si abbassa ed assume forma ellittica: qui e stato costruito dal Comune di Giustenice il dispositivo di chiusura di cui si accennava innanzi (punto 2).Superato lo sportello, la galleria si sviluppa, ora alta ora bassa, ma sempre a profilo ellittico, più o meno orizzontale, sino ad un netto salto verticale di circa 7 metri (P7), facilmente superabile: dapprima si traversa con l'ausilio di una corda fissa, quindi si scende la parete gradonata, aiutandosi sempre con la corda. Da qui la galleria si fa pia ampia e discendente, sino a raccordarsi con una ripida rampa ingombra di massi di frana, ad un'ampia sala denominata quadrivio. Da qui si dipartono appunto quattro rami: la galleria di arrivo, il Ramo della Frana, il Ramo delle Ossa, la Via Normale.
Via Normale - al quadrivio è necessario raggiungere la parete esattamente di fonte alla galleria da cui si i: arrivati (caposaldo 36 rosso); questa si costeggia verso sinistra, immergendosi in uno stretto passaggio tra i massi di Frana, che immette in una scivolosa condotta discendente, a sezione ellittica. Si raggiunge cosi l'orlo di un salto (punto 3) di metri 5, che strapiomba in un più ampio vano: uno stretto passaggio verticale in una depressione, sulla destra, sbuca alla base del salto. Si segue per alcuni metri la parete sinistra della galleria, sino ad incontrare il caposaldo 43 rosso: qui si apre una buca ellittica di diametro modesto (circa cm 70), che bisogna scendere quasi verticalmente, in contrapposizione, utilizzando le numerose cengette. Un breve scivolo (toboga) sbuca infine in una saletta: in diretta prosecuzione, una galleria discendente conduce al Pozzo Verde. Svoltando invece seccamente verso sinistra, compiendo in pratica un'inversione ad "U", si prosegue per una galleria dapprima in leggera discesa, poi orizzontalmente, sino al caposaldo 66 rosso, dove é necessario abbandonare la medesima, risalendo in arrampicata un salto verticale di circa metri 3. Da qui si diparte una galleria orizzontale che, dopo una decina di metri, si amplia e risale, ingombra di massi di crollo. Raggiunto il punto più alto, si ridiscende ripidamente, e dopo circa tre metri si imbocca un basso cunicolo che si apre sulla parete destra; quest'ultimo ha andamento pressoché orizzontale, ma dopo una decina di metri si raccorda ad una diaclasi verticale, alta e stretta (canon), che bisogna percorrere, scendendo, in contrapposizione. Al termine della diaclasi riparte una galleria in leggera discesa: prima di raggiungerne il fondo, ingombro di massi, sulla parete destra, presso il caposaldo 80 rosso, si diparte un cunicolo dapprima orizzontale che, dopo una secca svolta a sinistra, risale ripido tra blocchi di frana sino ad un vano più ampio: qui, in corrispondenza del caposaldo 83 rosso, confluisce, da destra e dall'alto, la "via direttissima", proveniente dal ramo delle Ossa. La Via Normale si sviluppa verso sinistra, scendendo e salendo; un'ulteriore svolta a destra immette in un nuovo cunicolo orizzontale, a perfetta sezione semiellittica, ingombro di massi. Si prosegue ancora con varie svolte a destra ed a sinistra, continui saliscendi, sino ad un agevole saltino verticale di circa due metri. Attenzione: tre metri dopo, alla base della parete di sinistra della galleria che prosegue in ripida salita, si apre un angusto passaggio (sopra il quale campeggia un 22 scritto in vernice verde); il cunicolo, dopo alcuni metri, diventa più ampio, e scende ripidamente in una vasta sala dominata da un enorme blocco di pietra (Sala del Masso). Ancora uno stretto passaggio verticale porta alla base del grande macigno che praticamente divide in due il ramo inferiore della grotta. Proseguendo verso destra, la grande galleria meandriforme conduce, dopo aver attraversato la Sala Meravigliosa (che ormai ben poco conserva dell'antico splendore di cristalli di aragonite), sull'orlo della Voragine, un impressionante pozzo che sprofonda nel buio per oltre 60 metri, e che termina con un ulteriore pozzetto di circa 20 metri, nel quale precipita il torrentello che scorre alla base della Voragine. Per la discesa é consigliabile usare una corda di sicura. Ritornati alla Sala del Masso, si gira a sinistra attorno al medesimo, e si imbocca una diaclasi verticale completamente tappezzata di cristalli di aragonite. Si raggiunge cosi l'orlo di un salto che si evita attraversando, con cautela, una stretta cengia sulla sinistra, per poi scendere ripidamente alla base del salto stesso. Da qui l'alta galleria caratterizzata da un forte stillicidio, prosegue in discesa fino al Lago. Attenzione, però, perché questo bacino d'acqua é temporaneo ed assai capriccioso: infatti per anni si può trovare completamente asciutto e, viceversa, può essere ricco d'acqua anche in periodi di siccità.
Via Diretta - Ramo delle Ossa Dal Quadrivio, si prende la via più a destra rispetto direzione di progressione. Scese alcune decine di metri per l'ampia galleria, sul lato sinistro della medesima si raggiunge uno slargo dove un ripido sprofondamento, spesso bagnato e scivoloso, si collega ad un basso passaggio dal fondo fangoso, che conduce ad una serie di condotte a sezione quasi circolare. Salito un breve saltino di circa un metro, si prende la galleria immediatamente a destra, che si segue fino a dove la volta si innalza in diaclasi. Si prosegue, a sinistra in basso, sino a raggiungere altre piccole condotte che portano ad uno sbocco unico, in una galleria più ampia ingombra di detriti. Giunti ad un bivio, ci si inoltra per l'invitante via più ampia (a sinistra), per poi immediatamente imboccare una galleria intermedia più angusta, sulla destra, che conduce ad un piccolo vano e, in breve, ad un saltino di circa metri 4 (cordino utile per la risalita). Alla base del saltino, ci si ricongiunge alla Via Normale precedentemente descritta (caposaldo 80 rosso). Scheda d'armo
Rilevo 1
Rilievo 2
Tipo di cavità
grotta
Stato
Italy
Provincia
267
Comune
Giustenice
Località
Vers. NO Bric Tampa <br> Val Maremola Ferriere
Area speleologica
Bric Tampa
Numero catastale
435 Li
Sviluppo totale
2250
Dislivello
-250
Gruppi
GRUPPO SPELEOLOGICO C.A.I. BOLZANETO
Longitudine
4°14'24" W di M.Mario
Latitudine
44°11'42" N
Datum
ROME1940
Quota
720 m slm
Cartografia
IGM Calice Ligure 92 I SO
Geologia
E' la più estesa cavità della Liguria; si sviluppa su più piani sovrapposti entro le bancate di calcare più puro della stessa formazione delle "Dolomie di San Pietro ai Monti" in cui si apre il Garbo de Cunche, che, geneticamente, fa parte probabilmente dello stesso reticolo carsico. Essa si é formata in prevalenza in condizioni sommerse, quando tutta la zona si trovava ancora al di sotto dell'alveo del Torrente Maremola, che solo in tempi geologicamente molto recenti ha inciso la gola sottostante ai "Santi" di Magliolo, prosciugando tutto il massiccio. Ad un reticolo a forma di labirinto, caratteristico del suo sviluppo sommerso, si e sovrapposta poi un'incisione di tipo torrentizio tipica di un'evoluzione con acque correnti a pelo libero. Nelle zone più profonde, ancor oggi, si ha però per la maggior parte dell'anno un completo allagamento delle condotte.
Itinerario di accesso
Nota Bene: L'accesso di questa cavità é regolamentato.Il Comune di Giustenice, concordemente alla Delegazione Speleologica Ligure, ha provveduto a porre un cancello di chiusura alla grotta, onde porre termine all'asportazione del minerale di aragonite, caratteristica peculiare di questo complesso sotterraneo. Per ottenere il permesso di accesso contattare la Segreteria della Delegazione Speleologica Ligure;
Dal casello autostradale di Pietra Ligure si raggiunge l'abitato medesimo, sul mare. Da qui, dirigendosi verso levante, si trova agevolmente la strada che in km 4 conduce, nell'immediato entroterra, al paese di Giustenice. Giunti sulla piazza del Municipio, si imbocca la strada per Monte Carmo - Bardineto. Superate le ultime case di Giustenice, la strada diventa in terra battuta e si arrampica a tornanti, inoltrandosi nel bosco. Si percorre quindi un ultimo tratto attraverso un pendio completamente scoperto, sino a raggiungere una curva, ove si possono parcheggiare le auto. Proprio in corrispondenza del gomito della curva, si diparte un sentiero; subito dopo il sentiero presenta un bivio: bisogna continuare a scendere. Si incontra, nel bosco, una costruzione, dalla quale sgorga una fonte. Da questo punto il sentiero riprende a salire, per poi ridiscendere ancora, sul versante della Valle Maremola. Dopo il sentiero ridiventa pianeggiante, per poi riprendere ancora una volta a scendere ripidamente: proprio qualche metro prima di questo punto bisogna inoltrarsi a destra, in corrispondenza di un grande albero isolato, per un sentiero precipite lungo un solco torrentizio ripidissimo, che conduce direttamente all'ingresso della grotta. Descrizione L'ingresso (punto 1) si presenta come un triangolo alto e stretto. Dopo pochi metri la volta si abbassa ed assume forma ellittica: qui e stato costruito dal Comune di Giustenice il dispositivo di chiusura di cui si accennava innanzi (punto 2).Superato lo sportello, la galleria si sviluppa, ora alta ora bassa, ma sempre a profilo ellittico, più o meno orizzontale, sino ad un netto salto verticale di circa 7 metri (P7), facilmente superabile: dapprima si traversa con l'ausilio di una corda fissa, quindi si scende la parete gradonata, aiutandosi sempre con la corda. Da qui la galleria si fa pia ampia e discendente, sino a raccordarsi con una ripida rampa ingombra di massi di frana, ad un'ampia sala denominata quadrivio. Da qui si dipartono appunto quattro rami: la galleria di arrivo, il Ramo della Frana, il Ramo delle Ossa, la Via Normale.
Via Normale - al quadrivio è necessario raggiungere la parete esattamente di fonte alla galleria da cui si i: arrivati (caposaldo 36 rosso); questa si costeggia verso sinistra, immergendosi in uno stretto passaggio tra i massi di Frana, che immette in una scivolosa condotta discendente, a sezione ellittica. Si raggiunge cosi l'orlo di un salto (punto 3) di metri 5, che strapiomba in un più ampio vano: uno stretto passaggio verticale in una depressione, sulla destra, sbuca alla base del salto. Si segue per alcuni metri la parete sinistra della galleria, sino ad incontrare il caposaldo 43 rosso: qui si apre una buca ellittica di diametro modesto (circa cm 70), che bisogna scendere quasi verticalmente, in contrapposizione, utilizzando le numerose cengette. Un breve scivolo (toboga) sbuca infine in una saletta: in diretta prosecuzione, una galleria discendente conduce al Pozzo Verde. Svoltando invece seccamente verso sinistra, compiendo in pratica un'inversione ad "U", si prosegue per una galleria dapprima in leggera discesa, poi orizzontalmente, sino al caposaldo 66 rosso, dove é necessario abbandonare la medesima, risalendo in arrampicata un salto verticale di circa metri 3. Da qui si diparte una galleria orizzontale che, dopo una decina di metri, si amplia e risale, ingombra di massi di crollo. Raggiunto il punto più alto, si ridiscende ripidamente, e dopo circa tre metri si imbocca un basso cunicolo che si apre sulla parete destra; quest'ultimo ha andamento pressoché orizzontale, ma dopo una decina di metri si raccorda ad una diaclasi verticale, alta e stretta (canon), che bisogna percorrere, scendendo, in contrapposizione. Al termine della diaclasi riparte una galleria in leggera discesa: prima di raggiungerne il fondo, ingombro di massi, sulla parete destra, presso il caposaldo 80 rosso, si diparte un cunicolo dapprima orizzontale che, dopo una secca svolta a sinistra, risale ripido tra blocchi di frana sino ad un vano più ampio: qui, in corrispondenza del caposaldo 83 rosso, confluisce, da destra e dall'alto, la "via direttissima", proveniente dal ramo delle Ossa. La Via Normale si sviluppa verso sinistra, scendendo e salendo; un'ulteriore svolta a destra immette in un nuovo cunicolo orizzontale, a perfetta sezione semiellittica, ingombro di massi. Si prosegue ancora con varie svolte a destra ed a sinistra, continui saliscendi, sino ad un agevole saltino verticale di circa due metri. Attenzione: tre metri dopo, alla base della parete di sinistra della galleria che prosegue in ripida salita, si apre un angusto passaggio (sopra il quale campeggia un 22 scritto in vernice verde); il cunicolo, dopo alcuni metri, diventa più ampio, e scende ripidamente in una vasta sala dominata da un enorme blocco di pietra (Sala del Masso). Ancora uno stretto passaggio verticale porta alla base del grande macigno che praticamente divide in due il ramo inferiore della grotta. Proseguendo verso destra, la grande galleria meandriforme conduce, dopo aver attraversato la Sala Meravigliosa (che ormai ben poco conserva dell'antico splendore di cristalli di aragonite), sull'orlo della Voragine, un impressionante pozzo che sprofonda nel buio per oltre 60 metri, e che termina con un ulteriore pozzetto di circa 20 metri, nel quale precipita il torrentello che scorre alla base della Voragine. Per la discesa é consigliabile usare una corda di sicura. Ritornati alla Sala del Masso, si gira a sinistra attorno al medesimo, e si imbocca una diaclasi verticale completamente tappezzata di cristalli di aragonite. Si raggiunge cosi l'orlo di un salto che si evita attraversando, con cautela, una stretta cengia sulla sinistra, per poi scendere ripidamente alla base del salto stesso. Da qui l'alta galleria caratterizzata da un forte stillicidio, prosegue in discesa fino al Lago. Attenzione, però, perché questo bacino d'acqua é temporaneo ed assai capriccioso: infatti per anni si può trovare completamente asciutto e, viceversa, può essere ricco d'acqua anche in periodi di siccità.
Via Diretta - Ramo delle Ossa Dal Quadrivio, si prende la via più a destra rispetto direzione di progressione. Scese alcune decine di metri per l'ampia galleria, sul lato sinistro della medesima si raggiunge uno slargo dove un ripido sprofondamento, spesso bagnato e scivoloso, si collega ad un basso passaggio dal fondo fangoso, che conduce ad una serie di condotte a sezione quasi circolare. Salito un breve saltino di circa un metro, si prende la galleria immediatamente a destra, che si segue fino a dove la volta si innalza in diaclasi. Si prosegue, a sinistra in basso, sino a raggiungere altre piccole condotte che portano ad uno sbocco unico, in una galleria più ampia ingombra di detriti. Giunti ad un bivio, ci si inoltra per l'invitante via più ampia (a sinistra), per poi immediatamente imboccare una galleria intermedia più angusta, sulla destra, che conduce ad un piccolo vano e, in breve, ad un saltino di circa metri 4 (cordino utile per la risalita). Alla base del saltino, ci si ricongiunge alla Via Normale precedentemente descritta (caposaldo 80 rosso). Scheda d'armo
ZONA | ATTREZZATURA | ATTACCO | UBICAZIONE | NOTE |
P8 | Corda 10 m | 1 spit | al termine di breve traversata, gia armata | con una corda da 20 metri si può doppiare anche la traversata |
P60 detto "voragine" | Corda 85 m | 2 spit | su masso prospicente ad arco naturale in roccia | meglio armare con corda da 5a m fino al 9° spit:qui si può giuntare una corda da 40 m |
Rilievo 2
Lat:44.19584755N Lon:8.21196374E Datum:WGS84
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