Nome
vC20 - Buranco da Pria Moia
Data inserimento
2007-01-01 00:00:00
Data ultimo aggiornamento
2004-12-18 11:29:53
La grotta si trova all' interno della cava Ghigliazza sulla parte sinistra,la cava ha distrutto la parte iniziale impedendone l' accesso. Saltuariamente i lavori di cava portano alla luce parte della grotta.
Descrizione Al momento dell'esplorazione l'ingresso della cavità si apri va a circa i 3/4 dell'antico corridoio iniziale, ma le rimanenti pareti della galleria, rivestite di bianca concrezione, testimoniavano ancora la presenza passata di meravigliose colate di calcite . Il corridoio termina ai tre quarti superiori del primo pozzo sul quale apre un'ampia finestra laterale ; da essa si possono seor gere le pareti delio strapiombo chiudere la volta a circa dieci me_ tri dal punto d'osservazione. La volta del pozzo rimane tuttavia seminascosta da fitte colate concrezionali rossastre che si proten dono nel vuoto5 assumendo forma di festoni stalattitici ed intercalandosi a tozze cornici alabastrine. Le colate parietali ed i drappeggi ci accompagnano anche lungo la discesa, sino alia base del pozzo. Qui le pareti si allontanano per dar spazio ad un'ampia sala al cui centro domina superba una stalagmite a "Torre di Pisa", alta circa otto metri e con un diametro basale di circa settanta centimetri. Mirabile è la sua candida lucentezza: si eleva gradinata fin quasi al soffitto per raggiungere una drusa di stalattiti bianchissime. Sul lato sinistro si allineano, scavate nella roc eia e simili ad altrettante grotte in miniatura, alcune nicchie. Il suolo cristallino dell'ambiente è costellato qua e là di picco le stalagmiti che, all'interno dì una concamerazione aperta alla base della parete destra, divengono particolarmente fitte e numero se per formare la suggestiva immagine di un presepe naturale; dal la volta della nicchia fanno spicco, lunghi e sottili, numerosi 'capelli d'angelo1 che, con incessante stillicidio, alimentano le sottostanti concrezioni.
Al fondo della sala, verso la prose.cuzione della grotta, una imponente colata parietale cimile a ghiaccio scende da un'apertura laterale leggermente rialzata. Quest'ultima da accesso ad un carnino ascendente, alto circa venti metri, quasi parallelo al pozzo d'ingresso e ricco dì belle concrezioni: una serie di colate medu Biformi ne adornano entrambe lo pareti; orecchie d'elefante sotti li e delicate corrono lungo gibbosità della roccia e rivelano alla luce dell'acetilene ima singolare lucentezza mentre, altre con erezioni dalla policromia nettamente contrastante donano all'ambiente un1accentuata suggestività,
Risalito il camino si perviene ad un piccolo ripiano concre_ zionale dominato da un minuscolo candido organo; alla base dello stesso, una serie di graziose dighette, accarezzate da un trasparente velo d'acqua, ospitano singolarissìme concrezioni a cavolfiroe.•
Ridiscesi e raggiunta in arrampicata un'apertura a circa ot to metri dal pavimento della sala, unica via di prosecuzione dopo aver constatato l'impraticabilità dì un cunicolo completamente in tasato da detriti, ci si cala in un secondo pozzo alquanto stretto» A due terzi dal fondo un pavimento concrezionale straordinaria mente piatto sembra ostruire definitivamente il passaggio; tuttavia, è presentimento comune che tale streno fenomeno non sia che una fragile ed insidiosa soletta, come se madre natura abbia volu to approntare un trabocchetto per custodire gelosamente i propri tesori da eventuali ignari profanatori. Infatti, assicurandoci sai damente ad una corda e calciando con forza contro il ripiano, ne provochiamo l'istantaneo cedimento ed i pezzi di concrezione cado no per circa sei metri.
Alla base il pozzo sì amplia e dal fondo risalta una stalagmite bianchissima mentre le pareti sono rivestite di minuscoli ec centrici, veri e propri 'coralli di grottarc Si notano altresì al cuni scallops, segno inconfondibile della presenza di una condotta forzata verticale ormai fossile.
Purtroppo la via di prosecuzione appare sbarrata da una stret toia impraticabile. Esaminata più attentamente la roccia che cir conda il piccolo foro, da cui per altro giunge una sensibile cor rente d'aria,, notiamo con gioia la sua facile asportabilità grazie alla presenza, nella parte superiore, di numerose- fratture e parti argillose e, sul pavimento, dì materiale fluviale reso stabile da "uno strato di sottile concrezione. Tuttavia, occorrono parecchie ore di spossante lavoro per rendere agibile l'apertura e raggiunge re così una sottostante angusta saletta» E' a questo punto che, fermatici per riprendere fiato, distinguiamo in lontananza un inconfondibile rumore d'acqua corrente...« Che sia il torrente sotterraneo!? Incuriositi ci apprestiamo a trovare la via di prosecu zione ma, data un'occhiata all'intorno, la saletta sembra completa mente chiusa; sulla destra, un cunicolo scende per qualche metro e muore in un sifone pieno di argilla; a sinistra, due piccole diaclasi risultano assolutamente impraticabili. II rumore dell'acqua tuttavia non giunge né dal cunicolo ne dalle diaclasi. Osservando ancor più attentamente, notiamo che una massiccia colata concrezic> naie da accesso ad un camino stretto da cui, appunto, ci arriva lo scrosciare dell'acqua. Iniziiamo allora una faticosa ascesa senza aver nemmeno la possibilità di un'agevole contrapposizione e, su perato con notevole difficoltà un ulteriore restringimento delle pareti, giungiamo finalmente alla sommità del camino. Uno spettaco indimenticabile appaga ogni nostra precedente fatica: dalla voita sovrastante scendono, numerosi e bianchissimi, capelli d'angelo di rara lunghezza; le pareti, ricche inizialmente di .candide concrezioni, delimitano un nuovo pozzo profondo circa dieci metri.
Effettuato immediatamente un imbrago di cordino attorno ad un enorme masso incastrato tra le pareti e calati dieci metri di scale, scendiamo sui fondo del pozzo dove il rumore dell'acqua si fa sempre più forte e vicino.Attraverso un. piccolo corridoio raggiungiamo una vasta sala il cui pavimento, fortemente inclinato, è costellato di numerose colonnette alte più di un metro e perfettamente verticali; si notano anche alcuni vulcanetti di argilla e diverse stalagmiti a forma di clava, le uniche rinvenute nella zona carsica alle spalle dì Sestri Ponente.
La sala ha un'altezza ed una lunghezza attorno ai dieci metri è larga dai sei ai sette metri e presenta, sulla destra, due angu ste gallerie dove scorre il torrente sotterraneo.
Percorsa per alcuni metri la gallerìa di sinistra, verso la risorgenza del corso d'acqua, ci si imbatte in un sifone stracolmo
di argilla„ Esplorando la galleria di destra si procede per oltre trenta metri su di un pavimento di fango molle e melmoso, sino a raggiungere un altro sifone parimente impraticabile. Quasi certamente a renderlo tale è stota la grande quantità di argilla river sata artificialmente nel torrente ipogeo. Infatti, son.6rn.cLo la mas sa melmosa sotto di noi rileviamo che, in certi puntis raggiunge lo spessore di oltre un metro. Inoltre, altre evidenti tracce di fango, visibili sulle pareti della galleria, testimoniano la presenza di un precedente livello ancora più alto. Anche nelle parti più basse dell'ultima sala sono presentì i segni dell'invasione di argilla: molte colonnette, un tempo bianche e lucenti, sono ormai quasi completamente imbrattate.
Al ritorno, un'ultima emozione: notiamo sulla volta della sa la delle bellissime stalattiti elicoidali eccentriche e due pedun coli dalla forma alquanto strana e singolare,
Oggi purtroppo un'altra gran parte della cavità è andata di strutta e con essa molte delle sue più suggestive bellezze.
Carlo MARZIO
Altro,note La grotta era stata scoperta già nel 1971 proprio grazzie alla cava che ne ha intercettato la parte superiore che era costituita da una condotta forzata lunga circa 100m molto congrezionata che immetteva in un pozzo da 30 metri.
L' ingresso è stato poi distrutto e parte della grotta mangiata dalla cava fino a tornare alla luce nel 1973 per un breve periodo. In questo anno la grotta è stata in parte esplorata dallo Speleo Club G. Ribaldone, purtroppo la prosecuzione dei lavori di estrazione della cava hanno impedito di ultimare l' esplorazione. Rilevo 1
Tipo di cavità
grotta
Stato
Italy
Provincia
218
Comune
Genova Sestri Ponente
Località
Panigaro
Area speleologica
Alta val Chiaravagna
Dislivello
-50
Gruppi
Speleo Club G. Ribaldone
Longitudine
3° 36' 09" ovest di Monte Mario
Latitudine
44° 26' 49"
Quota
150 m slm
Itinerario di accesso
Da Sestri Ponente percorrere viale Canepa e quindi scendere per via Arrivabene. Percorrere tutta via Arrivabene sino a via Chiaravagna, proseguire quindi risalendo il torrente medesimo per circa 2 km.La grotta si trova all' interno della cava Ghigliazza sulla parte sinistra,la cava ha distrutto la parte iniziale impedendone l' accesso. Saltuariamente i lavori di cava portano alla luce parte della grotta.
Descrizione Al momento dell'esplorazione l'ingresso della cavità si apri va a circa i 3/4 dell'antico corridoio iniziale, ma le rimanenti pareti della galleria, rivestite di bianca concrezione, testimoniavano ancora la presenza passata di meravigliose colate di calcite . Il corridoio termina ai tre quarti superiori del primo pozzo sul quale apre un'ampia finestra laterale ; da essa si possono seor gere le pareti delio strapiombo chiudere la volta a circa dieci me_ tri dal punto d'osservazione. La volta del pozzo rimane tuttavia seminascosta da fitte colate concrezionali rossastre che si proten dono nel vuoto5 assumendo forma di festoni stalattitici ed intercalandosi a tozze cornici alabastrine. Le colate parietali ed i drappeggi ci accompagnano anche lungo la discesa, sino alia base del pozzo. Qui le pareti si allontanano per dar spazio ad un'ampia sala al cui centro domina superba una stalagmite a "Torre di Pisa", alta circa otto metri e con un diametro basale di circa settanta centimetri. Mirabile è la sua candida lucentezza: si eleva gradinata fin quasi al soffitto per raggiungere una drusa di stalattiti bianchissime. Sul lato sinistro si allineano, scavate nella roc eia e simili ad altrettante grotte in miniatura, alcune nicchie. Il suolo cristallino dell'ambiente è costellato qua e là di picco le stalagmiti che, all'interno dì una concamerazione aperta alla base della parete destra, divengono particolarmente fitte e numero se per formare la suggestiva immagine di un presepe naturale; dal la volta della nicchia fanno spicco, lunghi e sottili, numerosi 'capelli d'angelo1 che, con incessante stillicidio, alimentano le sottostanti concrezioni.
Al fondo della sala, verso la prose.cuzione della grotta, una imponente colata parietale cimile a ghiaccio scende da un'apertura laterale leggermente rialzata. Quest'ultima da accesso ad un carnino ascendente, alto circa venti metri, quasi parallelo al pozzo d'ingresso e ricco dì belle concrezioni: una serie di colate medu Biformi ne adornano entrambe lo pareti; orecchie d'elefante sotti li e delicate corrono lungo gibbosità della roccia e rivelano alla luce dell'acetilene ima singolare lucentezza mentre, altre con erezioni dalla policromia nettamente contrastante donano all'ambiente un1accentuata suggestività,
Risalito il camino si perviene ad un piccolo ripiano concre_ zionale dominato da un minuscolo candido organo; alla base dello stesso, una serie di graziose dighette, accarezzate da un trasparente velo d'acqua, ospitano singolarissìme concrezioni a cavolfiroe.•
Ridiscesi e raggiunta in arrampicata un'apertura a circa ot to metri dal pavimento della sala, unica via di prosecuzione dopo aver constatato l'impraticabilità dì un cunicolo completamente in tasato da detriti, ci si cala in un secondo pozzo alquanto stretto» A due terzi dal fondo un pavimento concrezionale straordinaria mente piatto sembra ostruire definitivamente il passaggio; tuttavia, è presentimento comune che tale streno fenomeno non sia che una fragile ed insidiosa soletta, come se madre natura abbia volu to approntare un trabocchetto per custodire gelosamente i propri tesori da eventuali ignari profanatori. Infatti, assicurandoci sai damente ad una corda e calciando con forza contro il ripiano, ne provochiamo l'istantaneo cedimento ed i pezzi di concrezione cado no per circa sei metri.
Alla base il pozzo sì amplia e dal fondo risalta una stalagmite bianchissima mentre le pareti sono rivestite di minuscoli ec centrici, veri e propri 'coralli di grottarc Si notano altresì al cuni scallops, segno inconfondibile della presenza di una condotta forzata verticale ormai fossile.
Purtroppo la via di prosecuzione appare sbarrata da una stret toia impraticabile. Esaminata più attentamente la roccia che cir conda il piccolo foro, da cui per altro giunge una sensibile cor rente d'aria,, notiamo con gioia la sua facile asportabilità grazie alla presenza, nella parte superiore, di numerose- fratture e parti argillose e, sul pavimento, dì materiale fluviale reso stabile da "uno strato di sottile concrezione. Tuttavia, occorrono parecchie ore di spossante lavoro per rendere agibile l'apertura e raggiunge re così una sottostante angusta saletta» E' a questo punto che, fermatici per riprendere fiato, distinguiamo in lontananza un inconfondibile rumore d'acqua corrente...« Che sia il torrente sotterraneo!? Incuriositi ci apprestiamo a trovare la via di prosecu zione ma, data un'occhiata all'intorno, la saletta sembra completa mente chiusa; sulla destra, un cunicolo scende per qualche metro e muore in un sifone pieno di argilla; a sinistra, due piccole diaclasi risultano assolutamente impraticabili. II rumore dell'acqua tuttavia non giunge né dal cunicolo ne dalle diaclasi. Osservando ancor più attentamente, notiamo che una massiccia colata concrezic> naie da accesso ad un camino stretto da cui, appunto, ci arriva lo scrosciare dell'acqua. Iniziiamo allora una faticosa ascesa senza aver nemmeno la possibilità di un'agevole contrapposizione e, su perato con notevole difficoltà un ulteriore restringimento delle pareti, giungiamo finalmente alla sommità del camino. Uno spettaco indimenticabile appaga ogni nostra precedente fatica: dalla voita sovrastante scendono, numerosi e bianchissimi, capelli d'angelo di rara lunghezza; le pareti, ricche inizialmente di .candide concrezioni, delimitano un nuovo pozzo profondo circa dieci metri.
Effettuato immediatamente un imbrago di cordino attorno ad un enorme masso incastrato tra le pareti e calati dieci metri di scale, scendiamo sui fondo del pozzo dove il rumore dell'acqua si fa sempre più forte e vicino.Attraverso un. piccolo corridoio raggiungiamo una vasta sala il cui pavimento, fortemente inclinato, è costellato di numerose colonnette alte più di un metro e perfettamente verticali; si notano anche alcuni vulcanetti di argilla e diverse stalagmiti a forma di clava, le uniche rinvenute nella zona carsica alle spalle dì Sestri Ponente.
La sala ha un'altezza ed una lunghezza attorno ai dieci metri è larga dai sei ai sette metri e presenta, sulla destra, due angu ste gallerie dove scorre il torrente sotterraneo.
Percorsa per alcuni metri la gallerìa di sinistra, verso la risorgenza del corso d'acqua, ci si imbatte in un sifone stracolmo
di argilla„ Esplorando la galleria di destra si procede per oltre trenta metri su di un pavimento di fango molle e melmoso, sino a raggiungere un altro sifone parimente impraticabile. Quasi certamente a renderlo tale è stota la grande quantità di argilla river sata artificialmente nel torrente ipogeo. Infatti, son.6rn.cLo la mas sa melmosa sotto di noi rileviamo che, in certi puntis raggiunge lo spessore di oltre un metro. Inoltre, altre evidenti tracce di fango, visibili sulle pareti della galleria, testimoniano la presenza di un precedente livello ancora più alto. Anche nelle parti più basse dell'ultima sala sono presentì i segni dell'invasione di argilla: molte colonnette, un tempo bianche e lucenti, sono ormai quasi completamente imbrattate.
Al ritorno, un'ultima emozione: notiamo sulla volta della sa la delle bellissime stalattiti elicoidali eccentriche e due pedun coli dalla forma alquanto strana e singolare,
Oggi purtroppo un'altra gran parte della cavità è andata di strutta e con essa molte delle sue più suggestive bellezze.
Carlo MARZIO
Altro,note La grotta era stata scoperta già nel 1971 proprio grazzie alla cava che ne ha intercettato la parte superiore che era costituita da una condotta forzata lunga circa 100m molto congrezionata che immetteva in un pozzo da 30 metri.
L' ingresso è stato poi distrutto e parte della grotta mangiata dalla cava fino a tornare alla luce nel 1973 per un breve periodo. In questo anno la grotta è stata in parte esplorata dallo Speleo Club G. Ribaldone, purtroppo la prosecuzione dei lavori di estrazione della cava hanno impedito di ultimare l' esplorazione. Rilevo 1
Lat:44.4477991N Lon:8.84948517E Datum:WGS84
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